Quello che si pensava già da tempo viene ora dimostrato scientificamente. La dieta vegetariana e quella vegana sono tra le soluzioni più efficaci per ridurre l’impatto ambientale dell’umanità. Lo sostiene un recente studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition. La ricerca, ad opera di Geneviève Metson, sottolinea il peso delle nostre scelte alimentari nell’impronta ecologica globale. Secondo gli scienziati, l’umanità sta sottovalutando le ricadute ambientali positive dell’adozione di massa di un regime alimentare a base di alimenti vegetali. Il fosforo è un elemento essenziale per tutti gli esseri viventi ed è cruciale per la produzione di cibo.
Le rocce fosfatiche sono una risorsa non rinnovabile che sta diventando sempre più scarsa, mettendo in seria difficoltà l’industria agroalimentare. Il fosforo viene impiegato nei fertilizzanti per aumentare la resa delle colture. Le colture entrano in due modi nella catena alimentare: tramite il consumo diretto di frutta e ortaggi e indirettamente, mangiando la carne di animali alimentati con mangimi vegetali. Le due produzioni richiedono quantità diverse di fosforo. Tanto per rendere l’idea delle proporzioni, lo studio rivela che un kg di fosforo può essere usato per produrre 3.333 kg di patate o 16 chili di bistecche.
Il fosforo può peggiorare la qualità delle acque, penetrando nei corsi idrici attraverso i campi agricoli o tramite i rifiuti organici umani. In concentrazioni eccessive il fosforo causa un fenomeno noto come “eutrofizzazione”, che porta a una proliferazione delle alghe e rende l’acqua non potabile, mettendo a rischio i pesci e l’approvvigionamento di risorse idriche.
Ai fini della ricerca il fosforo è rilevante perché la crescita della popolazione globale sta facendo lievitare la domanda mondiale di fosforo per rispondere alla richiesta di cibo. L’impiego massiccio di fertilizzanti a base di fosforo mette a rischio la sicurezza alimentare e la qualità dell’acqua. I ricercatori hanno stimato gli effetti del passaggio a una dieta a base di piante dell’intera popolazione di una città australiana. Lo studio ha usato i dati sulle abitudini alimentari degli australiani raccolti dal National Nutrition Survey condotto nel 2011. I ricercatori hanno calcolato il consumo dei diversi cibi e la quantità di fertilizzanti necessaria a produrli.
Gli studiosi hanno poi stimato gli effetti della sostituzione della carne, delle uova, dei prodotti ittici e dei latticini con una dieta a base di legumi e vegetali. Il passaggio a una dieta vegetariana e/o vegana porterebbe a un piccolo incremento del fosforo nei rifiuti organici dei residenti pari all’8%.In compenso l’impronta ecologica dei residenti in relazione alla produzione complessiva di fosforo calerebbe di ben il 72%.