Mentre attendiamo la chiusura ufficiale della vendemmia con dati reali, analizziamo l'export del settore enoico; in valore continua la "cavalcata" vincente, anche se il ritmo è un po' rallentato.
Nei primi sette mesi del 2016, attestandosi ad oltre 3 miliardi di euro, gli incassi segnano, infatti, un ulteriore +1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e, con un po' di ottimismo, si può ben supporre che a fine anno potrebbero arrivare sulla soglia dei 5,5 miliardi di euro, mettendo così il sigillo all'ennesimo record. Ma se dal lato "valore" si è fatta ormai l'abitudine ad avere delle progressioni, sul fronte volumi la situazione appare più incerta. Gli 11,5 milioni di ettolitri esportati sono in linea con quelli dei primi sette mesi del 2015 e si può comunque considerare un buon segno nella misura in cui si registra una frenata della riduzione dei volumi che ha caratterizzato tutto il 2015.
Sembra, dunque, lontana la possibilità dell'Italia di riconquistare la leadership mondiale degli esportatori in volumi, nonostante la Spagna stia mostrando una battuta d'arresto rispetto allo scorso anno. La nota positiva arriva dal fatto che la flessione dell'export italiano di vini comuni sfusi si sta arrestando, mentre permane una certa sofferenza dei vini in bottiglia soprattutto Igp.