Ogni anno finiscono nella spazzatura quasi 16 miliardi di cibo, quasi l'uno per cento del prodotto interno lordo. I maggiori colpevoli siamo noi, privati cittadini. Quotidianamente gettiamo via verdura, pane, carne andata a male con una media di 600 grammi al giorno per aver calcolato male la spesa o comprato in dosi eccessive, cucinato troppo.
Questi dati sono frutto di questionari; non ci sono metodi ufficiali di calcolo, tanto che lo spreco domestico reale è valutato sui 12 miliardi, poco meno di un miliardo quello che avviene sul campo, un miliardo e spicci nell'industria, quasi un miliardo e mezzo nella grande distribuzione. Eppure nessuno ha l'esatta percezione del fenomeno. Siamo quasi tutti convinti che a sprecare siano i supermercati, la Gdo e non i privati, le famiglie. E invece non è così.
A fotografare il rapporto, oggi, è il world food day, con i dati 2016 dell'Osservatorio nazionale di Waste Watcher, spin off dell'Università di Bologna che da anni si occupa di combattere questo fenomeno con indagini e proposte, fino ad arrivare all'approvazione della legge che favorisce, tra premi e bonus fiscali, le aziende che invece di gettare cibi in scadenza li danno in solidarietà. Cibo che, tra l'altro, va ad aiutare il Banco Alimentare che riversa gli alimenti ad oltre ottomila associazioni sparse per l'Italia.
I motivi per cui il cibo finisce nella pattumiera, secondo gli italiani, sono i seguenti:
- il 48% acquista troppo,
- il 25% non sa conservare,
- il 9% viene sedotto da troppe offerte,
- l'8 per cento cucina troppo,
- il 6 per cento lo imputa al fatto che i cibi venduti sono troppo vecchi.
- Il risultato è che il 2 per cento butta nella pattumiera cibo quasi ogni giorno cibi che si potrebbero usare, il 4% lo fa 3,4 volte alla settimana, il 14 fino a due volte la settimana, il 30 meno di una volta alla settimana e la metà degli italiani giura di non farlo quasi mai. Se poi si divide la questione per aree, si vede che di spreca cibo più al sud che al centro, i più "bravi sono i cittadini del nord.
A cosa rinunciamo più spesso? A venir gettate sono soprattutto confezioni già aperte nel 68% dei casi. Come alimenti la frutta cade nel cestino (31%), seguita dall'insalata (29%), verdure (19) e pane (17 %). Agli ultimi posti come alimenti buttati via la carne cruda e cotta per un totale de 13 %.
Nel comportamento qualcosa però sta cambiando: da 650 grammi quotidiani quest'anno siamo scesi a 600 per famiglia, per un valore di circa 7 euro. Sette famiglie su dieci hanno imparato a fare sempre la lista della spesa, cosa che consente di programmare gli acquisti e limitare i danni da troppo cibo rispetto alle esigenze, e sempre più spesso insegnano ai figli a non sprecare. Sarà poi dovuto alla crisi, ma ormai il cibo appena scaduto nell'80 per cento dei casi viene controllato che non sia andato a male e riutilizzato.
Uno dei problemi da risolvere è che la nuova legge non prevede strumenti precisi di monitoraggio scientifico dello spreco. Per questo a fine ottobre partirà in mille famiglie l'iniziativa dei diari, dove attraverso dettagliate descrizioni da parte di nuclei sparsi sul territorio con valenza statistica si cercherà di avere un monitoraggio scientifico.