Lo sviluppo, manutenzione e promozione della rete sentieristica degli Appennini come volano alla promozione turistica e allo sviluppo del territorio delle aree interne dell'Italia centrale e meridionale. Sarà questo il tema della due giorni organizzata dal Club alpino italiano (Gruppi regionali di Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Molise, Umbria) l'1 e il 2 ottobre prossimi a Pollica (SA), nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano, Alburni.
Il programma è composto da un convegno, denominato "Gli Appennini tra tutela dell'ambiente, manutenzione dei sentieri e sviluppo dell'economia locale, CAI e Istituzioni", in programma sabato 1 ottobre alle 16 presso il Castello Capano di Pollica, e da diverse escursioni e visite, che impegneranno i partecipanti nelle mattinate del sabato e della domenica.
“Lo sviluppo sostenibile dei territori appenninici non può prescindere dalla promozione di una forma di turismo lenta, che veda al centro la pratica dell'escursionismo su sentieri e itinerari un tempo percorsi da figure come pastori, pellegrini e commercianti”, afferma il Presidente generale del CAI Vincenzo Torti. “Solo così possiamo contrastare lo spopolamento delle aree interne del nostro Paese, preservando un ambiente naturale di pregio e, con esso, la fauna che lo popola”.
Il Presidente del CAI Campania Raffaele Luise è entrato nel dettaglio degli argomenti che saranno affrontati nel convegno: “ci occuperemo delle azioni che il CAI può continuare a intraprendere a favore delle popolazioni dell'Appennino, soprattutto nel campo della valorizzazione del patrimonio ambientale: dall'individuazione dei percorsi (cammini religiosi, sentieri naturalistici, percorsi del paesaggio) a tutto ciò che può dimostrarsi utile per facilitarne la frequentazione (supporti cartografici, segnaletica, ricettività, manutenzione dei sentieri)”.
“A poche settimane dal disastroso terremoto del Centro Italia, sarà poi lanciato un forte appello per la realizzazione di una politica di incentivi a favore delle aree montane a maggiore rischio sismico e idrogeologico – conclude Luise – Non può esservi, infatti, una frequentazione delle aree montane e un effettivo loro sviluppo turistico, senza che vi sia anche la tranquillità e la sicurezza delle popolazioni locali”. Per maggiori informazioni rivolgersi alla segreteria del convegno: sarechi@libero.it