Il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) annuncia la creazione di un nuovo strumento finanziario per aiutare rifugiati, sfollati e le comunità che li accolgono ad affrontare la pressione crescente generata nelle aree rurali dall’afflusso di milioni di persone.
Lo strumento sarà presentato come uno degli “Impegni all’azione” della Clinton Global Initiative (CGI) all’incontro annuale della fondazione, che si svolge in concomitanza con il Summit delle Nazioni Unite su rifugiati e migranti. Sulla base del modello specifico della CGI, l’IFAD entrerà in contatto e inizierà a collaborare con i partner internazionali pronti a impegnarsi attivamente.
Lo strumento per i rifugiati, i migranti, la migrazione forzata e la stabilità rurale (FARMS) è stato creato per rispondere alla dimensione rurale dell’attuale crisi generata dai grandi spostamenti di rifugiati verso le aree rurali dei paesi in via di sviluppo.
“Benché nei paesi in via di sviluppo che accolgono rifugiati la necessità più pressante sia l’assistenza umanitaria immediata, che spesso può fare la differenza tra la vita e la morte, la soluzione a lungo termine consiste nel promuovere iniziative che tengano conto in egual misura delle necessità degli sfollati e di quelle delle comunità che li accolgono, ed è per questo che riteniamo il FARMS particolarmente importante”, ha dichiarato il vicepresidente dell’IFAD, Michel Mordasini, prima della presentazione di oggi.
L’obiettivo iniziale del FARMS è mobilitare 100 milioni di dollari. L’IFAD ha già ricevuto richieste di finanziamenti da Giordania, Libano, Sudan e Tunisia per un totale di 15 milioni di dollari. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l’attuale crisi globale di migrazioni forzate ha colpito a livello mondiale la cifra senza precedenti di 65 milioni di persone. Più di un terzo degli sfollati – ossia 22,2 milioni – si trovano nella regione del Vicino Oriente e Nordafrica (NENA). Nella sua fase iniziale, il FARMS si concentrerà sui 9,7 milioni di sfollati che vivono nelle aree rurali di questa regione del mondo, le cui comunità incontrano grandi difficoltà a soddisfare le proprie necessità essenziali. Nella sola Giordania, sono ospitati oltre 1,4 milioni di rifugiati siriani, il 90 per cento dei quali risiede nelle aree rurali. In Libano, gli sfollati costituiscono quasi il 20 per cento della popolazione rurale del paese.
Il FARMS sosterrà quanti vivono nelle campagne dei paesi ospiti, aiutandoli a migliorare la produttività agricola sostenibile, che costituisce la base del loro sostentamento. Le famiglie di rifugiati saranno a loro volta aiutate a sviluppare competenze per inserirsi nel mercato del lavoro e ad aumentare i loro redditi. Saranno inoltre create opportunità economiche nei paesi di origine, così che le persone che sono partite abbiano delle opportunità generatrici di reddito a cui fare ritorno e quelle che rimangono nel paese ospite abbiano la possibilità di rifarsi una vita.
Il nuovo strumento mira a creare almeno 1 milione di giornate di lavoro temporaneo e un minimo di 20.000 nuovi posti di lavoro; progetti di infrastrutture per oltre 500 comunità che comprendono strade, sistemi di irrigazione e mercati; una migliore gestione delle risorse naturali; una gamma di corsi di formazione agricola e maggiore accesso ai servizi finanziari.
La creazione del nuovo strumento risponde all’appello del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon– lanciato al Summit umanitario mondiale a maggio e reiterato nelle sue raccomandazioni in vista dell’odierno Summit per i rifugiati e i migranti – nel quale invocava “forme di finanziamento nuove e innovative” per far fronte ai costi sociali ed economici derivanti dalla necessità di accogliere grandi masse di rifugiati.
Photo credit to desmoinesregister.com