Alla fine la maxi operazione s’è fatta. Dopo un primo rifiuto, dovuto ad un prezzo non ritenuto congruo, la fusione si farà. E’ stata infatti accettata, dall’americana Monsanto, la nuova offerta d'acquisto in contanti da 66 miliardi di dollari, pari a 128 dollari per azione, avanzata dalla tedesca Bayer. La notizia è stata diffusa dalle stesse aziende.
Nasce così un gigante dell'agrochimica che controllerà il 24% del mercato dei pesticidi e il 29% del mercato dei semi. Monsanto aveva rifiutato le precedenti offerte di Bayer (la prima, a maggio, era pari a 122 dollari per azione) considerandole insufficienti.
L'integrazione, una volta ottenuta l'approvazione di azionisti e autorità antitrust, dovrebbe essere completata entro la fine del 2017. Monsanto, che respinse anche i 125 dollari ad azione offerti a luglio, così come era stata rifiutata la settimana scorsa un'offerta inferiore di appena 50 cent ad azione a quella definitiva, alla fine ha dato il via libera.
Bayer prevede di ottenere risparmi dalle sinergie della fusione che faranno crescere i profitti di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Le due aziende nel 2015 avevano registrato un fatturato complessivo di 23 miliardi di euro e hanno insieme un budget totale per la ricerca e lo sviluppo di 2,5 miliardi di euro. E’ presto per dire cosa cambierà nella vita delle aziende agricole e dei consumatori, ma la fusione partorirà un gigante mondiale destinato ad influenzare, direttamente o meno, l’andamento delle commodities e delle politiche agroalimentari mondiali.
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