Uscito l’XI rapporto ISPRA su “Gli indicatori del clima in Italia”. Fotografa una situazione in cui gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sentire sempre di più: le temperature nel 2015 hanno superato anche il 2014, segnando un nuovo record, con un’anomalia media di +1.58 °C. Nel contempo le precipitazioni sono diminuite in maniera generalizzata in tutto il Paese, tranne che per la Sicilia. Il report ha analizzato la variazioni climatiche negli ultimi 50 anni per identificare nuove tendenze, ricavando indicatori rappresentativi dell’andamento sia dei valori medi che degli estremi di temperatura e precipitazione.
E’ basato su dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA). È lo stesso istituto che lo porta avanti, in collaborazione con gli organismi che fanno capo alle principali reti di osservazione presenti sul territorio nazionale. Nel 2015 sono state 1.100 le stazioni che hanno fornito dati per lo studio. Ciò che risulta dal report è la sostanziale conferma delle notizie che si sono susseguite durante l’anno: il 2015 è stato l’anno più caldo a partire dal 1880. Di poco, ma ha superato anche il 2014. Mediamente la temperatura, a livello nazionale, è stata più alta di 1.58 °C di quella media dal 1961 in poi. Lo scarto è stato più marcato in estate (+2.53 °C) e in effetti in luglio si sono registrate temperature fuori dalla norma di +4.31 °C al Nord, di +4.27°C al Centro e di +2.88°C al Sud e sulle Isole.
I mesi che potremmo definire non più “freschi”, ma “meno caldi” sono stati settembre al Nord (-0.11°C), febbraio al Centro (+0.36°C) e al Sud e sulle Isole (-0.55°C). Al Centro tutti gli scarti, per il 2015, sono risultati positivi. Il numero medio di notti tropicali, cioè con temperatura superiore ai 20 °C, è stato il più alto dopo il 2003 a partire dal 1961, segnando +26 notti tropicali rispetto alla media. Il numero delle “notti fredde” è stato invece un record negativo. Non va meglio per quanto riguarda le ondate di calore: il WSDI (Warm Spell Duration Index), segna +28 giorni rispetto alla norma che va dal 1961 al 1990 e vede il 2015 al quarto posto dal 1961 in poi.
Se dalla terraferma si passa al mare la situazione non cambia: la temperatura superficiale raggiunta dalle nostre acque ha segnato +1.28 °C. Record anche qui, dal momento che si sono oltrepassati anche i valori del 2012 e del 2014.
Per quanto riguarda le precipitazioni hanno segnato a livello nazionale un -13%. Ad abbassare la media sono soprattutto gli andamenti pluviometrici del Nord e del Centro, dove rispettivamente si è registrato un -21% e un -17%. Al Sud e sulle Isole la situazione sembra nella norma, merito soprattutto della Sicilia, nella quale sono avvenuti il maggior numero di eventi di precipitazione estremi concentrati perlopiù nel mese di ottobre (si ricorda in particolare l’evento del 1 ottobre).
I mesi più critici per carenza di piogge sono stati, al Nord e al Centro, luglio, novembre e dicembre. Particolarmente drammatica la situazione di dicembre, mese in cui si è registrata una sistematica assenza di precipitazioni in tutto il territorio nazionale.
Per quanto riguarda frequenza, intensità e valori estremi di precipitazione, per il 2015 gli indici sono stati aggiornati utilizzando un numero di serie temporali sensibilmente più alto rispetto agli altri anni. È vero anche che in termini di intensità di pioggia giornaliera, al Centro, al Sud e sulle Isole si sono registrati per il 2015 i valori più elevati dell’intera serie dal 1961 in poi, ma tra carenza di fenomeni in alcune aree e aumenti di precipitazioni in altre non è ancora possibile identificare un netto cambiamento rispetto agli anni precedenti.