I numeri delle Indicazioni geografiche in Italia rivestono grande importanza: occupano il 56% della superficie agricola investita e valgono 13,4 miliardi di euro alla produzione. Il peso delle DOP e IGP sul fatturato dell'industria agroalimentare è del10%; contribuisce all'export per 7,1 miliardi e pesa sull'export agroalimentare del 21% (dati Ismea-Qualivita). Permangono delle debolezze dovute ad asimmetrie geografiche. Il Sud Italia, infatti, insegue il Nord dal punto di vista dell'impatto economico dei prodotti IG sul territorio e vi sono frammentazioni che rendono poco incisivi sul mercato alcuni prodotti meno conosciuti.
Da queste esigenze prende avvio un'importante iniziativa di Ismea che, nell'ambito del programma del MIPAAF a sostegno dei prodotti a Indicazione Geografica, organizza a Trento e Bolzano, il 21 e 22 giugno, un incontro formativo di due giornate destinato ai Consorzi di tutela e alle imprese a loro associate ai fini dello sviluppo del sistema delle Indicazioni Geografiche.
I titoli degli interventi degli esperti del settore, rispecchiano esattamente l'esigenza di andare ad ampliare l'informazione su tutti gli anelli della filiera: "Allearsi localmente per competere a livello nazionale e internazionale – la costruzione e lo sviluppo della rete"; "Social e piattaforme di e-commerce"; "Twitter per la comunicazione dei Consorzi di qualità" sono solo alcune delle tematiche previste. A queste si aggiunge l'analisi dei casi di successo nell'imprenditoria italiana dell'agri-business.
Per i 50 partecipanti – ai quali si aggiungono alcuni dei giovani agricoltori vincitori del Bando MIPAAF sulle Fiere nazionali e internazionali – oltre a lezioni su strategie gestionali, marketing, organizzazione di filiera, internazionalizzazione, sono previste visite in campo presso realtà produttive esempio di ottima aggregazione nell'area del Trentino Alto Adige che, per storia ed esperienza rappresentano delle "best practice" di organizzazione di filiera.