Perfezionato il lavoro di calcolo che ha coinvolto #italiasicura, la Struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico, il Ministero dell’Ambiente, quello delle Infrastrutture, la Protezione Civile Nazionale, l’Agenzia per la Coesione Territoriale e le varie Regioni. Siamo così riusciti a quantificare i fondi necessari per agire contro il dissesto idrogeologico.
La cifra alla quale si è arrivati è stata di 25 miliardi di euro, per 8.500 progetti che dovrebbero prendere il via nei prossimi anni per garantire la messa in sicurezza del territorio. Il punto della situazione sul dissesto idrogeologico in Italia è stato fatto durante il Forum di CESI, società che si occupa anche di assistenza per il comparto elettrico, nello sviluppo e nell’ottimizzazione della rete elettrica.
Già individuata parte dei fondi, una porzione dei quali è già stata impegnata per dare il via a 1.500 interventi, un’altra potrà essere utilizzata in futuro: 2 miliardi e 700 milioni di euro stanziati in passato per prevenire frane e alluvioni, che però non sono mai stati utilizzati; di 300 milioni di fondi risalenti a prima del 2009; di 1 miliardo e 200 milioni circa degli Accordi di Programma con le Regioni, del 2010 e infine di 700 milioni fra Accordi di Programma vari e Fondi Strutturali Europei.
Al momento sono impegnati 2 miliardi e 100 milioni di euro. Tra il 2015 e il 2020 sono in programma interventi per almeno 7 miliardi di euro, a partire dagli interventi per le città metropolitane, per le quali è già stato stanziato 1 miliardo e 300 milioni di euro, di cui 400 milioni solo per Genova. Il resto del piano sarà cantierato al 90% entro metà 2017.
Non sarà quindi né semplice né veloce agire per il controllo del dissesto idrogeologico in tutto il Paese, ma la buona strada sembra segnata e l’aiuto di nuove tecnologie e professionalità specifiche potrà essere di notevole aiuto affinché i lavori siano più rigorosi, ma anche più snelli.
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