I 28 ministri degli Esteri dei Paesi dell’Unione Europea si sono riuniti per discutere nuovamente di clima, dopo gli accordi presi alla COP21 di Parigi. Sono state approvate nuove linee guida all’interno di un piano, che ha lo scopo di mettere un punto fermo agli impegni presi dagli Stati a Parigi e fornire strumenti d’aiuto affinché si traducano in progetti concreti.
In un documento redatto alla conclusione dell’incontro si parla di “profondi cambiamenti nello stile di vita” dei cittadini europei; l’Europa punta al limite di 1,5 °C come aumento massimo di temperatura da raggiungere entro fine secolo.
I 28 ministri dichiarano che i cambiamenti climatici, azioni ambiziose e urgenti e l’attuazione degli impegni della COP21 devono rimanere particolari priorità della diplomazia del clima per l’UE, nei dialoghi di alto livello, bilaterali e regionali con Paesi partner, G7, G20, all’ONU e in altri forum internazionali.
Si parla anche di “emissioni negative”. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto con la cattura e lo stoccaggio di CO2, con la geoingegneria o con metodi di sottrazione di anidride carbonica dall’atmosfera.
Non vengono trascurate nemmeno le emissioni prodotte da aerei e navi, che alla fine sono state escluse dall’accordo di dicembre 2015. In particolare vengono fatte pressioni indirizzate ai negoziati in corso all’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile e all’Organizzazione Marittima Internazionale.
Il 17 e 18 marzo ci sarà un altro vertice sul tema, durante il quale i leader UE potranno anche valutare la scelta di nuovi obiettivi più ambiziosi in tema di riduzione delle emissioni di CO2, ma ci sono forze che premono all’interno della Commissione UE, affinché questo avvenga dopo una revisione delle regole del mercato del carbonio nel 2023.