Dopo la bocciatura – da parte della commissione Ambiente di Strasburgo – della proposta dell'esecutivo comunitario, che voleva lasciare agli Stati membri la decisione di importare o meno prodotti biotech già approvati dall'UE, arriva ora un'altra tegola sul quadro normativo comunitario in materia di biotech, derivante dall'atteggiamento ondivago della UE.
Il servizio giuridico del Consiglio dei Ministri dell'UE ha infatti espresso seri dubbi sulla compatibilità della proposta dell'esecutivo sia con il mercato interno dell'UE sia con le regole internazionali all'Organizzazione mondiale per il commercio (WTO); non esiste infatti nessuna prova, la tesi sostenuta dai burocrati, che ciò si tradurrebbe in un miglioramento delle autorizzazioni e dei meccanismi di salvaguardia.
A questo si aggiunge la mancanza di una lista di motivazioni sull'interesse pubblico da tutelare, al fine di giustificare il divieto. Si è così concretizzato quello scenario di "caos normativo" in materia di OGM, che si paventava già all'indomani della bocciatura da parte della commissione Ambiente.