Tra il 2010 e il 2015, in periodo di piena crisi, l'Italia è il Paese in Europa che registra l'aumento maggiore di profitto pro capite in agricoltura (+26,1%), seguito da Repubblica Ceca (+21,6%) e Bulgaria (+17,4%). Lo afferma Eurostat, l'ente di statistica comunitario. In totale sono nove gli Stati membri, oltre all’Italia, a registrare un dato positivo, contro un calo medio del 5,7% a livello dell'Unione europea. Il segno negativo è per diciotto Stati, con le perdite maggiori subite in Finlandia (-53,7%), Germania (-35,3%), Romania (-34,7%), Polonia (-31,2%), Malta (-31%) e Lussemburgo (-30,1%). Colpisce soprattutto il dato tedesco, che oltre al calo di oltre un terzo registrato nei cinque anni, quest’anno accusa addirittura un meno 37,5 per cento.
Tale dinamica positiva per l’Italia trova conferma anche quest'anno, dove con un più 8,7 per cento, a fronte della media dell’Unione europea a meno 4,3 per cento, il nostro Paese registra il quinto maggior incremento assoluto.
Occorre precisare che l'aggregato diffuso, cioè il reddito procapite in agricoltura, è una misura del valore aggiunto netto agricolo (l'equivalente del Pil) diviso per il numero totale di lavoratori del settore. Quindi non è un indicatore del reddito effettivo delle famiglie, con cui non va confuso.
Pertanto, questa ventata positiva per l’agricoltura può essere letta in vari modi. C’è un ritorno alla terra dopo la crisi di altri settori, industria in primis. Ci sono indubbiamente aspetti positivi che vengono dalla multifunzionalità in agricoltura, dai beni d’eccellenza del “made in Italy”, con i numerosi prodotti a denominazione, dall’export che ha ripreso a tirare, dal biologico. Tuttavia alcuni analisti indicano anche il calo del numero di addetti in agricoltura che determina queste dinamiche: non a caso lo scorso 26 novembre lo stesso ente aveva diffuso un'altra analisi che rilevava come dal 2003 al 2013 il numero di aziende agricole in Italia sia diminuito del 48,6 per cento. Quasi una su due in meno a fronte del meno 27,5 per cento della media europea. Pertanto si è verificata una concentrazione nel comparto.
Per quanto riguarda i profitti reali dell’ultimo anno, i dati premiano il comparto agricolo della Croazia, che ha segnato un aumento delle entrate per lavoratore del 21,5%, rispetto ad un calo del 4,3% a livello dell'Unione europea. Dopo la Croazia primeggiano la Lettonia (+14,3%), la Grecia (+12,1%), la Francia (+8,8%) e l’Italia (+8,7%), mentre il crollo da primato lo segnano Germania (-37,6%), Polonia (-23.8%), Lussemburgo (-20%), Danimarca (-19,7%), Gran Bretagna (-19.3%) e Romania (-19,2%).