Lo scenario geopolitico influenzerà i consumi agroalimentari nel futuro immediato. A seguito di un nuovo livello di sviluppo e di reddito disponibile, le potenze emergenti (i Brics e la Cina, soprattutto) avranno la possibilità di variare la propria dieta.
Nei prossimi dieci anni la domanda mondiale di carni crescerà di circa il 15%, essenzialmente fuori dall’UE. I prezzi del latte alla stalla europei non torneranno ad aumentare in modo sostenuto prima del 2020, con probabile forte volatilità. Il settore, solo ora aperto al libero mercato, deve ancora trovare le giuste dinamiche di assestamento.
Per i seminativi, il futuro a medio termine sarà segnato in Europa dall’espansione delle colture proteiche, dalla fine delle quote zucchero, dalle buone prospettive per l’export di cereali come l’orzo e dalla fine del boom del biodiesel.
I redditi agricoli si manterranno stabili, con i costi che tuttavia recuperano più velocemente rispetto al valore della produzione.
Queste sono, in estrema sintesi, le stime sullo sviluppo dei mercati agricoli 2015-2025 della Direzione generale agricoltura della Commissione Europea. La presentazione del rapporto sulle «Prospettive a medio termine per l’agricoltura UE», che viene aggiornato ogni anno, è sempre più un appuntamento importante per comprendere trend e assetti futuri sia economici che agroalimentari.