L'aggiornamento (ad agosto) dei dati dell'export vinicolo diffusi dall'Istat, indicano un incremento del 6% sul corrispondente periodo del 2014, e portano gli introiti del settore sempre più vicino all’obiettivo dei 5 miliardi e mezzo di fatturato per l’export. a 3,39 miliardi di euro. Lo conferma Ismea tendenze, relativo al Vino.
Confermata la stasi dei flussi in volume per i vini sfusi. Prosegue, al contrario, il boom della spumantistica, con un quantitativo poco al di sotto di 1,6 milioni di ettolitri (+16% su base annua) per un controvalore di 556 milioni di euro (+18%). A trainare il segmento, gli "altri spumanti Dop", voce al cui interno domina il Prosecco; ben più 30% sia a volume che a valore per la produzione veneto-friulana.
Le prime stime dell'OIV attestano la produzione mondiale 2015 a 276 milioni di ettolitri, il 2% in più sull'anno prima, con un quantitativo targato Ue di circa 170 milioni, in lieve crescita sul 2014. Tra i big in Europa, oltre al dato positivo dell'Italia (+12% come stimato da Ismea e Uiv), avanza, contrariamente alle attese di settembre, anche la Francia (+2%), mentre subisce un calo la produzione iberica (-8%), indicata a 37 milioni di ettolitri.
Una situazione poco omogenea emerge anche fuori dai confini comunitari. Gli Stati Uniti, nonostante i problemi di siccità sopportati durante l'estate, superano di poco i 22 milioni di ettolitri (+1%), mentre in Sudamerica la vendemmia 2015 ha ridotto notevolmente il gap tra Argentina e Cile; la prima, infatti, ha avuto una produzione di 13,4 milioni di ettolitri (-12%) a fronte dei 12,9 milioni di ettolitri cileni (+23%). Australia e Sud Africa, rispettivamente con 12 e 11,3 milioni di ettolitri, restano sugli stessi livelli del 2014, mentre è la Nuova Zelanda ad aver registrato una decisa battuta d'arresto (-27%) dopo un 2014 da record con 3,2 milioni di ettolitri.
Il 2015, sempre secondo stime Oiv, potrebbe essere anche l'anno della ripresa dei consumi mondiali di vino dopo la frenata del 2014.
Si osserva poi che da ottobre un prima ripresa dei prezzi all'origine dei vini, dopo un avvio di campagna molto deludente. È ancora troppo presto per parlare di un'inversione di tendenza, sottolinea l'Ismea, ma la minore pressione competitiva del prodotto spagnolo – specie nel segmento dei vini comuni, da sempre il più esposto alle dinamiche internazionali – , potrebbe influire positivamente sull'andamento futuro dei listini nazionali. Resta da vedere cosa farà la Cina, se dovesse continuare a crescere la domanda asiatica anche i prezzi ne trarrebbero beneficio.