Nel 2014 i consumi delle famiglie hanno superato i 994 miliardi di euro, con una crescita reale sull'anno precedente dello 0,4%. Si è quindi interrotta la dinamica di contrazione che era cominciata nel 2008 e che aveva determinato una caduta dei consumi di oltre 74 miliardi di euro a prezzi costanti, 19 dei quali nel comparto alimentare.
Tra il 2007 e il 2014 la spesa media delle famiglie italiane è diminuita dell'11,% pari, in valore, a poco meno di 4.000 euro. La contrazione riguarda la quasi totalità dei beni e dei servizi. Solo la provincia autonoma di Trento fa eccezione, provincia in cui la spesa delle famiglie è aumentata dello 0,2%. Al Nord vanno particolarmente male Friuli Venezia Giulia (-21,6%) e Piemonte (-13,3%), al centro Umbria e Marche rispettivamente con una flessione del 22,8% e del 14,3%, al sud Calabria (-23,5%), Abruzzo (-17,8%) e Basilicata (-16,2%).
Una voce da attenzionare è quella dei consumi alimentari, dove la crisi ha colpito più duramente, modificando il budget familiare destinato ai consumi con conseguente cambiamento dei comportamenti di spesa. A fronte di una flessione media di circa 14 punti percentuali si registrano dinamiche positive solo in Friuli Venezia Giulia, Liguria e Provincia di Trento. Particolarmente accentuati i tagli nel Mezzogiorno. Neppure nelle regioni del centro Italia la spesa per consumi alimentari è rimasta estranea ai tagli di budget imposti dalla crisi.
Gli Italiani e i consumi alimentari fuori casa
Ciononostante il 77% degli Italiani maggiorenni consuma, più o meno abitualmente, cibo al di fuori delle mura domestiche sia che si tratti di colazioni, pranzi, cene o più semplicemente di spuntini e aperitivi. Si tratta di 39 milioni di persone.