"L'approvazione al Senato della legge sull'agricoltura sociale è un passo importante e credo sia fondamentale arrivare al via libero definitivo entro il semestre di Expo – afferma il Ministro Martina -. Inclusione e sostenibilità, temi centrali anche della Carta di Milano, sono due parole chiave per capire il valore dell'agricoltura sociale, intesa non solo come opportunità economica. Principi, questi, praticati ogni giorno da quasi mille esperienze su tutto il territorio nazionale, con oltre 200 milioni di euro di fatturato e un valore che va ben oltre quello economico. L'impegno del Governo è massimo nel sostenere la multifunzionalità e l'impegno di aziende come queste, perché l'agricoltura può davvero aiutare a non lasciare nessuno indietro".
"Esprimo grande soddisfazione per questo passaggio importante – ha dichiarato il Vice Ministro Andrea Olivero – perché l'agricoltura sociale trova oggi la sua normativa di riferimento. Questa legge non configura nuove fattispecie ma riconosce ciò che in questi decenni imprenditori responsabili hanno costruito. L'approvazione di oggi consente al mondo agricolo di contare su uno strumento di grande valore per far crescere, nelle aree rurali del nostro Paese, sviluppo economico e coesione sociale".
"Non è un provvedimento assistenziale. Non si tratta soltanto di aiutare nell'inserimento lavorativo persone svantaggiate e di offrire servizi ma di fare in modo che il settore agricolo possa assumersi la propria responsabilità nei confronti della comunità e che veda riconosciuto questo ruolo. La legge consente di mettere a frutto le esperienze esistenti e di cogliere le opportunità di finanziamenti europei: i PSR possono sfruttare le possibilità che il nuovo quadro legislativo offre per rilanciare il valore dei territori e un nuovo welfare rurale”.
Le principali novità:
- Viene introdotta la definizione di agricoltura sociale. In questo ambito rientrano le attività che prevedono:
a) l'inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e lavoratori svantaggiati, persone svantaggiate e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale;
b) prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l'uso di risorse materiali e immateriali dell'agricoltura;
c) prestazioni e servizi terapeutici anche attraverso l'ausilio di animali e la coltivazione delle piante;
d) iniziative di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità animale, anche attraverso l'organizzazione di fattorie sociali e didattiche;
– le Regioni, nell'ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, possano promuovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione integrata territoriale e allo sviluppo dell'agricoltura sociale;
– le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere possono inserire come criteri di priorità per l'assegnazione delle gare di fornitura la provenienza dei prodotti agroalimentari da operatori di agricoltura sociale;
– i Comuni prevedono specifiche misure di valorizzazione dei prodotti provenienti dall'agricoltura sociale nel commercio su aree pubbliche;
– gli enti pubblici territoriali prevedono criteri di priorità per favorire lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale nell'ambito delle procedure di alienazione e locazione dei terreni pubblici agricoli;
– gli enti pubblici territoriali possono dare in concessione, a titolo gratuito, anche agli operatori dell'agricoltura sociale i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata;
– viene istituito l'Osservatorio sull'agricoltura sociale, nominato con decreto del Mipaaf. È chiamato a definire le linee guida in materia di agricoltura sociale e assume funzioni di monitoraggio, iniziativa finalizzata al coordinamento delle iniziative a fini di coordinamento con le politiche rurali e comunicazione.