Organizzato dall'associazione di imprese “Punta Stilo”, s’è svolto a Monasterace marina, in provincia di Reggio Calabria, presso la locanda “Cotintum” a Lanterna, un seminario sull'agricoltura sociale.
L’incontro, moderato dal dottore agronomo Francesco Quaranta, è stato aperto da Giuseppe Gaudio, ricercatore Inea Calabria, che ha relazionato sulle attività che sono state svolte sul tema dell’agricoltura sociale in Calabria. Oltre al lavoro legislativo, ancora in corso, Gaudio ha ricordato la costituzione del Forum regionale per l’agricoltura sociale, a cui aderiscono diverse realtà che già operano in questo settore e che si pone anche come obiettivo quello di seguire e sollecitare le istituzioni a sostenere adeguatamente l'agricoltura sociale, che non deve essere vista come un sistema per accedere a finanziamenti pubblici, ma come metodo di rottura con un sistema di gestione dell'azienda agricola che la vede al centro della comunità e fornitrice, oltre che di beni, anche di servizi alle persone e al territorio. Ribadita anche la necessità di accelerare il percorso per l'approvazione di una legge regionale sull'agricoltura sociale.
Salvino Moro, presidente di Aiab Calabria, ha sottolineato come l'agricoltura sociale comprenda a pieno diritto tutte quelle pratiche agricole che rispettano l'ambiente e forniscono servizi al territorio e alle persone come l'agricoltura biologica. Anzi, secondo il relatore, non potrebbe esserci compatibilità tra quell'agricoltura che utilizza pesticidi e altre sostanze chimiche e la pratica dell'agricoltura sociale. Inoltre, l'agricoltura sociale, praticata in quelle aziende che credono in una gestione "diversa" della pratica agricola e hanno a cuore il rispetto dell'ambiente e delle persone, in Calabria più che da altre parti, dà fastidio ed è spesso soggetta ad attacchi. Questo deve essere tenuto in considerazione dalle istituzioni e dare un adeguato sostegno a chi sceglie questa strada.
Saverio Senni, docente presso l’Università della Tuscia di Viterbo, ha spiegato che cosa si intende per agricoltura sociale, e cioè l'insieme di attività a carattere agricolo, inteso in senso lato (coltivazione, allevamento, selvicoltura, trasformazione dei prodotti alimentari, agriturismo, ecc.) con l'esplicito proposito di generare benefici per fasce particolari della popolazione (persone con bisogni speciali, anziani, bambini, …). E la proposta di legge nazionale la inquadra come quell'insieme di attività svolte da imprenditori agricoli dirette a realizzare. Nel dettaglio comprende: l’inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati; prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali mediante l'utilizzazione delle risorse materiali e immateriali dell'agricoltura per promuovere, accompagnare e realizzare azioni di abilitazione, di capacitazione, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana; prestazioni e servizi terapeutici che affiancano e supportano le terapie della medicina tradizionale; progetti finalizzati all'educazione ambientale e alimentare.
Pertanto, l'agricoltura sociale è un sistema agricolo multifunzionale che prevede servizi e funzioni in ambito ambientale, paesaggistico, alimentare, ricreativo, educativo, sociale, ecc., oltre che la produzione di beni, cibo, reddito, formazione, inclusione, capitale sociale, benessere, ecc.
L’azienda "diversamente" agricola, da parte sua, è situata in luoghi relativamente accessibili, tende a valorizzare risorse fondiarie marginali, ha dimensioni produttive tendenzialmente contenute, presenta ordinamenti produttivi diversificati, adotta metodi di produzione rispettosi dell'ambiente, predilige tecniche produttive intensive di lavoro, presenta una significativa quota di occupazione femminile, si orienta verso produzioni ad elevato valore aggiunto, esercita attività connesse a quella propriamente agricola, è realtà spiccatamente “aperta” al territorio, ha una tensione all'integrazione in reti locali e sovra-locali, presenta progetti finalizzati all'educazione ambientale e alimentare.
Tutto ciò è rivolto a numerose figure, sia di carattere pubblico, come ospedali, case circondariale, servizi sociali, sia terzo settore quali cooperative di servizi, onlus, ma anche privati, come le stesse aziende agricole, le famiglie, ecc.
Ormai l'agricoltura sociale, anche se ancora non ha numeri da macrosettore, sta assumendo sempre più quote importanti sia per strutture coinvolte sia per addetti che ci lavorano, con una diffusione praticamente omogenea in tutta Italia.
Un concetto ben sintetizzato dall’economia Stefano Zamagni: "L'idea centrale dell'economia civile è una concezione che guarda all'esperienza della socialità umana e della reciprocità all'interno di una normale vita economica, né a lato, né prima, né dopo. Essa ci dice che i principi 'altri' dal profitto e dallo scambio strumentale possono – se si vuole – trovare posto dentro l'attività economica" .
Tra le tante sfaccettature dell'agricoltura sociale, il professor Senni si è voluto soffermare su una definizione di Nicklas Luhmann, sociologo e filosofo tedesco: "Senza fiducia al mattino non ci alzeremmo neanche dal letto", in quanto, nell'agricoltura sociale la fiducia assume un ruolo fondamentale, rovesciando la frase "Non fidarsi è bene, ma fidarsi è meglio". E, secondo uno studio sulla fiducia nelle professioni, svolto dall'agenzia tedesca Gfk Verein in 25 Paesi del mondo, è emerso un dato molto interessante, dove la figura dell'agricoltore risulta, praticamente in tutti i paesi, tra le professioni che hanno avuto il più alto indice di fiducia, insieme ai pompieri, farmacisti, infermieri, medici, insegnanti. L'agricoltura sociale è quindi un sistema di pratiche e azioni che, oltre a fornire servizi e integrarsi con il territorio e la comunità, rappresenta un importante e non trascurabile valore aggiunto.
Angela Galasso, responsabile Aicare, Agenzia italiana per la campagna e l'agricoltura responsabile e etica, s’è soffermata su cosa rappresenti oggi l'agricoltura sociale in Italia, con le diverse esperienze attivate e il lavoro svolto dal 2006 ad oggi da AiCare, sottolineando come tutto questo ha un importante e fondamentale collegamento con l'esperienza maturata nel territorio della Locride, in Calabria, la sua terra natale. Esperienza che le ha fornito elementi per intraprendere questo percorso che è diventata una realtà che va ben oltre in confini nazionali, raccogliendo dentro esperienze di importanti aziende che garantiscono un’occupazione a migliaia di persone e servizi a molte altre migliaia di persone.
Al fine di valorizzare il grande lavoro che stanno facendo le diverse aziende impegnate nell'agricoltura sociale Aicare ha istituito un premio, il Award Aicare, con il quale ogni due anni vengono premiate le aziende maggiormente impegnate in questo settore. Oltre a ciò, è stato istituito il marchio "I buoni frutti" che ha l'obiettivo di valorizzare i prodotti realizzati all'interno di percorsi di agricoltura sociale e promuovere buoni progetti di agricoltura sociale mediante la diffusione di modelli di lavoro testati.
Guido Mignolli, del Gal Serre Calabresi-Alta Locride, ha invece presentato il lavoro che si sta facendo come Gruppo di azione locale, anticipando che per la nuova programmazione essi avranno un importante ruolo nel campo del sostegno dell'agricoltura sociale e che è stato avviato un coordinamento tra i diversi Gal e i comuni, tra i cui obiettivi vi è anche quello di far emergere il patrimonio agricolo comunale non utilizzato e che potrebbe essere utilmente immesso in un circuito di utilizzo a fini sociali.