Il pompaggio di liquidità da parte della Banca centrale europea, il crollo del prezzo del petrolio e la svalutazione dell’euro per favorire le esportazioni. Sono questi i “magnifici tre” fattori che stanno allentando le maglie della crisi sull’eurozona.
In particolare, l’operato di Draghi e della Banca centrale europea attraverso l’espansione quantitativa della moneta spinge in basso i tassi d’interesse su tutte le scadenze, assicurando benefici non solo ai bilanci pubblici (si pensi agli interessi sul debito, con l’Italia in prima fila), ma anche sugli investimenti e sulle vendite a rate. Nel contempo il tracollo della quotazione dell’oro nero ci fa risparmiare non poco sui costi per l’energia, voce di spesa particolarmente gravosa in un Paese come il nostro, povero di materie prime. Infine la forte discesa dell’euro ci favorisce soprattutto nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, dal momento che il cambio della nostra moneta sul dollaro si è notevolmente deprezzato in questi ultimi mesi.
Gli analisti da settimane insistono ossessivamente su questi tre dati, sottolineando come queste robuste spinte per uscire dalla palude – il riferimento è soprattutto al nostro Paese – stanno arrivando esclusivamente da oltre confine. Cioè, di nostro ci stiamo mettendo davvero poco.
Si tratta di boccate d’ossigeno finalmente reali dopo gli annunci di tante “lucine in fondo al tunnel”: una vera e propria manna dal cielo, fuori stagione, che rappresenta un dato di fatto, un beneficio reale; ma anche un’opportunità per metterci finalmente del nostro, per avviare e soprattutto individuare le ormai famose riforme. Attenzione, quindi, perché bearci passivamente di queste circostanze favorevoli costituirebbe certamente l’atteggiamento più incosciente; i vantaggi restano temporanei, dalla durata e dalle conseguenze imprevedibili, per cui un comportamento inattivo vanificherebbe ogni piccolo segnale positivo.
I venti flebili non riescono, da soli, a spazzare via sporcizia incrostata da decenni d’indifferenza.
In sostanza: oltre al Jobs Act, i cui effetti non sono ancora valutabili, cosa metterà in campo il governo per alimentare una congiuntura attualmente favorevole?
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