Scendono gli acquisti di carne, sia in valore (-5,4%) che in volume (-3,2%) mentre cresce il segmento degli elaborati di carne rossa e bianca (+3% a volume) e si consolida il segmento degli avicoli, che nel quinquennio 2009-2014 registra un incremento della spesa da parte delle famiglie italiane del 10%, superiore alla crescita della spesa per la carne suina (+4,1 per cento), miglioramento forse indotto anche dalla stagnazione economica che ha colpito il potere d’acquisto degli italiani.
Questi i dati elaborati da Ismea, sulla base delle informazioni Nielsen relative al periodo gennaio-novembre 2014, in confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, rilanciati da Eurocarne, manifestazione internazionale dedicata al comparto carneo, in programma a Veronafiere dal 10 al 13 maggio prossimi.
Tali tendenze sono in linea con l’effetto della spending review delle famiglie italiane, che ha portato 3 italiani su 4 a cambiare le proprie abitudini di acquisto verso una minore spesa di scorta e una forte attenzione alle promozioni. Sul fronte promozionale, aumenta la sensibilità degli italiani anche in relazione all’acquisto di carne, +2.1% il numero di famiglie acquirenti la categoria in offerta.
Tra i consumi alimentari, in generale, si registra una rivitalizzazione di alcuni segmenti-servizio come il pronto da mangiare, con i secondi piatti che segnano trend crescenti pari al 17,5% a volume e al 12,6% a valore. Anche l’area cosiddetta «benessere-salutistica» manifesta un andamento positivo, con performance del +6,8% a volume e +6,9% a valore (fonte: Nielsen).
La conseguenza di simili evoluzioni nei consumi di carne è che la moderna distribuzione deve rapportarsi sempre di più con un consumatore definito «flexitariano», orientato cioè a limitare l’apporto proteico dei derivati della carne (rossa in particolare), interessato e attento alla propria esperienza di consumo, connesso, responsabile degli acquisti.