Non ci stanno, i produttori di patatine fritte. "Non posso accettare che la mia società venga presentata come un'impresa che inganna i consumatori". In una lettera aperta inviata alla stampa il vulcanico Alfredo Moratti, presidente di una delle quattro imprese condannate, fa esplodere tutta la propria rabbia.
La rabbia per la sanzione si somma alle difficoltà del momento; le quattro imprese produttrici multate, tutte aziende nazionali, stanno sul campo con fatica e si sentono discriminate. "Sembra quasi che lo Stato abbia voluto fare cassa", si legge nella lettera. Mentre non vengono sanzionati i produttori stranieri, che presentano "confezioni di prodotto con le medesime caratteristiche di quelle multate".
Addirittura, continua la missiva, "alcune riportano la dicitura hand cooked, cioè cotte a mano, come se questo fosse compatibile con la natura di confezione industriale". Il messaggio che i produttori sanzionati, che stanno ricorrendo in giudizio, vogliono far trapelare è che hanno stima del consumatore, di quella figura che "se vede che c'è disegnato un pollo sulla confezione non si aspetta di troavrne pezzi nelle patatine". Questione di onore e di mercato, che impatta un settore dinamico e che ancora tiene di fronte a questa maledetta crisi. Come finirà?