L'agricoltura moderna ha subito, negli ultimi anni, un notevole cambiamento soprattutto in funzione dello sviluppo delle conoscenze genetiche e molecolari e loro applicazioni alle specie coltivate. Oggi la genetica vive una nuova epoca legata alla possibilità di sequenziare direttamente i genomi, decodificando in toto il loro patrimonio genetico: la conoscenza globale dei genomi è la base della "genomica", branca della biologia molecolare che costituisce uno dei pilastri della genetica moderna. Nel settore della genetica agraria dedicata alle specie vegetali, la genomica offre nuove grandi opportunità per selezionare piante più produttive, resistenti alle malattie, piante idonee alla produzione di energia, piante utilizzate come biofabbriche di composti nutraceutici e farmacologici, ecc. Nel contempo la genomica è anche un fondamentale strumento per promuovere una maggiore sicurezza alimentare, la protezione di varietà e prodotti tipici e della biodiversità più in generale.
A livello internazionale, la genomica delle piante coltivate è una priorità e grandi investimenti nel settore sono in atto in tutti i paesi avanzati. Anche in Italia sono stati finanziati, nel corso dell'ultimo quinquennio, diversi progetti di ricerca nel settore della genomica di alcune specie di interesse nazionale: vite, pomodoro, frumento, pesco, agrumi e melo. Di questi temi si parlerà durante il workshop "Genomica e biotecnologie applicate all'agricoltura: quali prospettive?", promosso congiuntamente dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura per martedì 26 luglio presso la sala Cavour del ministero in via XX Settembre 20 a Roma. L'obiettivo del workshop è un confronto di idee sulle prospettive di sviluppo della genomica e delle biotecnologie e delle loro applicazioni in agricoltura, così da iniziare a definire una strategia-paese anche a conclusione dei primi grandi progetti di sequenziamento italiani. Il workshop vuole anche fare un breve excursus relativo alle piante geneticamente modificate, al loro impiego in agricoltura ed ai problemi legati alla coesistenza in pieno campo tra colture biologiche, tradizionali e geneticamente modificate.
La competitività della filiera agroalimentare nazionale dipende in misura crescente dall'applicazione di innovazioni tecnologiche in grado di migliorare la sostenibilità e la redditività della produzione primaria offrendo al tempo stesso al consumatore alimenti di elevata qualità organolettica e nutrizionale. La ricerca genomica consente, infatti, di accelerare il rilascio di cultivar migliorate sotto il profilo nutrizionale (ad esempio, contenuto in vitamine e microelementi) della resistenza ad avversità biotiche (ad esempio, malattie fungine) ed abiotiche (ad esempio, siccità ), consentendo quindi di ridurre gli input chimici/energetici (ad esempio, minor impiego di fitofarmaci e riduzione del consumo idrico). La ricerca genomica può, inoltre, fornire anche un importante contributo per la valorizzazione e la salvaguardia delle produzioni Made in Italy l'identificazione, infatti, di geni e/o sequenze specifiche di determinate razze/popolazioni o di determinate varietà /areali di coltivazione possono consentire la certificazione dell'origine geografica delle produzioni e la tracciabilità dei processi produttivi, riducendo il rischio di sofisticazione e/o di frodi alimentari. In questo contesto, lo sviluppo di strategie di sviluppo mirato, con l'adozione delle più avanzate conoscenze nel settore possono svolgere un ruolo decisivo.
Il programma prevede alle ore 9 i saluti di Antonello Colosimo (capo di Gabinetto del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali) e di Paolo Cescon (commissario straordinario CRA). Alle ore 9.15 Fabio Veronesi, professore di biotecnologie genetiche dell'università di Perugia, introdurrà i lavori, cui farà seguito l'intervento su "Le biotecnologie applicate all'agricoltura: una review", a cura di Michele Morgante, professore di Genetica dell'Università di Udine, nonchè direttore scientifico dell'Istituto di Genomica applicata di Udine. Alle 9,50 è prevista la relazione sulla situazione attuale sull'utilizzo delle piante geneticamente modificate nell'agricoltura globale ed i protocolli di coesistenza a cura di Elisabetta Lupotto, direttore del Dipartimento Biologia e Produzione Vegetale del CRA; a seguire "Approcci bio-tecnologici applicati ai programmi di miglioramento genetico" a cura di Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca per la genomica e la postgenomica animale e vegetale del CRA, sede di Fiorenzuola d'Arda (Piacenza).