Al fine di ottenere un sostegno governativo o essere considerati nell'ambito degli obiettivi nazionali vincolanti in materia di energie rinnovabili, i biocarburanti utilizzati all'interno dell'UE, di produzione locale o importati, devono soddisfare determinati criteri di sostenibilità intesi a prevenire la conversione di aree contraddistinte da un'elevata biodiversità e grandi stock di carbonio in zone di produzione di materie prime per biocarburanti. In pratica non si possono ritenere sostenibili i biocarburanti riconducibili a colture provenienti da terreni che in precedenza ospitavano foreste pluviali o praterie naturali con un ecosistema unico. Inoltre, le emissioni di gas a effetto serra generate dall'intera catena di produzione devono attestarsi a livelli inferiori almeno del 35% rispetto ai combustibili fossili. Una soglia minima che è destinata ad aumentare nel tempo.
I biocarburanti possono costituire un'alternativa ecocompatibile ai combustibili fossili, ma è necessario assicurarsi che le foreste tropicali e le torbiere ricche di carbonio non cedano il passo a piantagioni di olio di palma o di canna di zucchero. Bisogna inoltre garantire che all'interno dell'UE si usino soltanto biocarburanti che consentano un risparmio di gas a effetto serra più elevato dei combustibili fossili.
A tal fine è necessario che la sostenibilità dei biocarburanti sia verificata dagli Stati membri o dai sistemi di certificazione volontari approvati dalla Commissione europea (attualmente ISCC, Bonsucro EU, RTRS EU RED, RSB EU RED, 2BSvs, RSBA, e Greenergy), il cui riconoscimento si applica direttamente in tutti e 27 gli Stati membri. Il Commissario europeo per l'energia Gunther Oettinger ha affermato: "Dobbiamo garantire la sostenibilità dell'intera catena di produzione e di approvvigionamento dei biocarburanti. Per questo motivo abbiamo stabilito standard di sostenibilità senza eguali. I sistemi di certificazione riconosciuti a livello di UE fanno in modo che tali standard siano raggiunti grazie a metodi di gestione esemplari in termini di trasparenza ed affidabilità". Entro il 2020 l'UE si è prefissata di aumentare almeno al 10% la quota di energie rinnovabili nel settore dei trasporti. I biocarburanti utilizzati per raggiungere tale obiettivo devono soddisfare specifici requisiti di sostenibilità . Pertanto i biocarburanti non possono essere originati da prodotti di aree ad elevata biodiversità , come aree protette, oppure di aree ad alta concentrazione di carbonio, come foreste e praterie. I produttori possono scegliere se attestare il rispetto di tali requisiti avvalendosi di sistemi nazionali o aderendo a un sistema di certificazione volontario riconosciuto dalla Commissione.
Se una volta esaminato attentamente un sistema la Commissione ritiene che sia in linea con condizioni poste dalla direttiva sulle energie rinnovabili, concede il proprio riconoscimento per un periodo di cinque anni. I suddetti sistemi verificano tempi e luoghi di produzione dei biocarburanti e certificano i prodotti conformi alle proprie disposizioni. In base a valutazioni approfondite e in seguito a numerosi adeguamenti, la Commissione ha riconosciuto i seguenti sistemi:
– ISCC (sistema tedesco (finanziato dal governo) per tutti i tipi di biocarburante);
– Bonsucro EU (tavola rotonda sui biocarburanti a base di canna da zucchero, incentrata soprattutto sul Brasile);
– RTRS EU RED (tavola rotonda sui biocarburanti a base di soia, incentrata soprattutto su Argentina e Brasile);
– RSB EU RED (tavola rotonda su tutti i tipi di biocarburante);
– 2BSvs (sistema francese per tutti i tipi di biocarburante);
– RSBA (sistema riservato alla catena di approvvigionamento di Abengoa);
– Greenergy (sistema riservato all'etanolo da canna da zucchero proveniente dal Brasile di Greenergy).
La Commissione è in contatto con altri sistemi volontari per individuare le modalità di ottimizzazione dei loro standard che consentiranno loro di rispondere ai requisiti di sostenibilità per i biocarburanti.