Alla vigilia della scadenza del 30 giugno, fissata per il pagamento delle rate relative alle multe per le quote latte, un'interrogazione parlamentare presentata dall'On. Oliverio quale primo firmatario, chiede di conoscere le intenzioni del Ministro sull'argomento. In particolare i firmatari chiedono di sapere se il Ministro intenda assicurare che il Governo non sospenderà la riscossione del prelievo dei pagamenti previsti dai piani di rateizzazione, anche per rispetto dei principi di trasparenza e legalità nei riguardi di quel 95 per cento degli operatori del settore che hanno già pagato le multe dovute, posto che un orientamento diverso da quello sopra descritto (nel senso che sosterrebbe le tesi illegittime dei Cobas latte) esporrebbe il nostro Paese ad una procedura di infrazione dalle conseguenze giuridiche e finanziarie dirompenti che potrebbe addirittura prevedere il ritiro del beneficio di aumento della produzione di latte attribuita all'Italia durante il negoziato sul health check della Pac. L'interrogazione ripercorre prima di concludere con la surrichiamata richiesta, le ultime vicende sulle quote latte ricordando che nel mese di aprile 2010, il Comando carabinieri politiche agricole e alimentari ha diffuso una relazione di approfondimento sui dati utilizzati per il calcolo del prelievo supplementare relativo alle cosiddette «quote latte» che avrebbe evidenziato una presunta incompatibilità del numero delle vacche da latte presenti nelle stalle e la produzione lattiera.
Successivamente, in data 14 aprile 2011, l'Agea ha dichiarato – attraverso un comunicato stampa – di non avere cognizione diretta degli esiti delle indagini di polizia derivate dalla summenzionata relazione del Comando carabinieri politiche agricole e il Sottosegretario Roberto Rosso, rispondendo ad un'interrogazione in Commissione Agricoltura alla Camera dei deputati il 25 maggio, ha assicurato che «in base all'esame effettuato dai competenti servizi del Ministero e dell'AGEA, emerso che la relazione di approfondimento dei Carabinieri, basata sul semplice confronto di banche dati, non contiene elementi in grado di dimostrare che in passato si siano verificate irregolarità tali da incidere in modo apprezzabile sul calcolo del prelievo. Va inoltre rilevato che il contenzioso proposto da un numero limitati di allevatori si è risolto al momento, in sede di Consiglio di Stato, in maniera favorevole all'Amministrazione e non si ritiene al momento necessario intervenire con specifiche disposizioni normative».
Intanto il 7 aprile l'Agea ha ricevuto, presso la sua sede, una delegazione di produttori di latte che argomentavano la richiesta di un'ulteriore sospensione dei pagamenti delle multe dovute per aver «splafonato» rispetto alle quote di produzione assegnate loro, mettendo in discussione la legittimità delle multe applicate alle aziende italiane per gli esuberi produttivi. Gli interroganti ricordano, quindi, che nonostante la sua mera funzione amministrativa e di controllo Agea stata oggetto di numerose contestazioni da parte di produttori che si sono manifestate con sit in davanti la sede di via Salandra con attacchi al suo funzionamento in numerosi articoli di giornali, pressioni politiche attraverso prese di posizione di esponenti politici di primo piano, di minacce su blog e strumenti vari di rete affinchè assumesse provvedimenti «rivolti a trovare soluzioni» al problema delle quote latte, nonostante la sua oggettiva incompetenza. Rispetto al passato, quindi, sempre come riportato nel testo dell'interrogazione, il tema prevalente non è più dunque l'adeguatezza della quota nazionale, bensì l'effettività della produzione di latte. A tal proposito, come si legge in una lettera congiunta diffusa il 14 aprile dal presidente di Agea, professor Dario Fruscio e dall'ex commissario di Governo per le quote latte, dottor Paolo Gulinelli, negli ultimi 8 anni la produzione nazionale dichiarata, e riscontrata attraverso le fatture, è risultata stabilmente attestata intorno agli 11 milioni di tonnellate (consegne alle latteria e vendite dirette), con una oscillazione percentuale intorno al 4 per cento; sempre nella summenzionata lettera, il presidente dell'Agea e il commissario aggiungono che: «Per tentare di vanificare l'attendibilità delle multe per i periodi pregressi agli interessati non resta altro mezzo che gettare dubbi sull'origine e sulla quantità del latte commercializzato in Italia, senza considerare le gravi conseguenze che tali incertezze potrebbero provocare nei consumatori, con immediati riflessi sul prezzo del latte e dei suoi derivati».
Gli interroganti riferiscono ancora che a seguito dell'incontro tenutosi il 7 aprile presso la sede dell'Agea, secondo notizie di stampa, alcuni esponenti dei Cobas latte avrebbero avuto un incontro con il Ministro Umberto Bossi al quale avrebbero chiesto il commissariamento dell'Agea per bloccare le azioni di revoca di quote e di ingiunzione di pagamento, nonostante la sua oggettiva incompetenza. Infatti, Agea, nel merito della propria azione, opera dentro una cornice legislativa di carattere europeo e nazionale di intesa con le regioni e non ha competenze proprie su proroghe o rateizzazioni che spettano alle valutazioni del legislatore che nel settore ha già definito in un quadro europeo metodologie e azioni operative.
Proseguendo l'elencazione dei fatti accaduti in questi ultimi mesi, l'interrogazione alla quale il Ministro dovrà dare risposta nei prossimi giorni si riporta che nella risposta ad un'interrogazione in Commissione agricoltura della Camera dei deputati del 25 maggio, il Sottosegretario Roberto Rosso ha dichiarato che: «per quanto riguarda la revoca delle quote latte, faccio presente che il meccanismo di revoca previsto dall'articolo 72, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1234/2007 non applicato in Italia dalla campagna 2009/2010 ed in corso di emanazione un provvedimento che proroga la non applicazione anche per la campagna 2011/2012. Circa la sospensione del pagamento della sesta rata del programma di rateizzazione del prelievo supplementare la Commissione europea, su specifico quesito posto dal Ministero, ha precisato che la sospensione del pagamento non è compatibile con il diritto comunitario e con gli impegni assunti dal Governo italiano. In materia di criteri di compensazione, premesso che nelle ultime due campagne la quota nazionale non è stata superata, non si ritiene di dover apportare modifiche alle disposizioni contenute nel decreto-legge n. 49 del 2003, convertito nella legge 30 maggio 2003 n. 119. Anche per l'assegnazione delle quote non sono al momento previste modifiche all'impianto normativo attualmente in vigore».
In conclusione, gli interroganti chiedono anche di conoscere se il Ministro intenda pronunciarsi definitivamente sulla questione relativa alla correttezza dei dati riguardanti l'origine e la quantità del latte commercializzato in Italia, confermandone la correttezza stessa, per porre fine a qualsiasi contestazione in merito alle sanzioni fino ad ora comminate ai produttori cosiddetti «splafonatori» e come intenda valutare l'attività svolta da Agea in merito alla vicenda delle quote latte e della riscossione delle relative rate in coerenza con l'indirizzo legislativo, così garantendo quella «copertura» istituzionale agli organi che si trovano ad operare dietro enormi pressioni, riferendo, nell'occasione, anche in ordine all'attuale posizione lavorativa dei responsabili apicali del NAC che hanno redatto la redazione di approfondimento di cui in premessa.