I castagneti italiani sono a rischio di abbattimento per l'attacco da parte di un insetto arrivato dalla Cina. Il Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali ha quindi convocato il tavolo di filiera della frutta a guscio-sezione castagne per esaminare la questione e al termine della riunione è stato annunciato uno stanziamento immediato di un milione di euro per fronteggiare l''emergenza causata dal Cinipide del castagno, l'insetto killer arrivato dalla Cina che sta infestando oltre 780mila ettari di bosco di castagneti. Le linee di intervento, con priorità per i primi due punti, sono:
1) costituzione di aree di pre-moltiplicazione del Torymus sinensis, l'antagonista naturale del Drycosmus kuriphilus, ossia il cinipide del castagno, localizzate dalle Regioni e finanziate dal ministero;
2) potenziamento del centro di moltiplicazione dell'Università di Torino Divapra, primo laboratorio a occuparsi della moltiplicazione del Torymus;
3) ricerche sull'adattamento dell'antagonista al territorio, sull'incidenza del cinipide sulla produzione di castagne e sulle possibili ibridizzazione del Torymus sinensis con specie indigene;
4) maggior raccordo con Inea (Istituto nazionale di economia agraria) e associazioni presenti sul territorio, che dovranno fornire dati sulla presenza di castagneti, seguire le procedure di intervento a livello locale e informare correttamente gli operatori sulle azioni da intraprendere.
Il piano ministeriale realizza l'avvio di una capillare guerra biologica all'insetto killer che è ritenuta al momento l'unica strada percorribile per difendere i castagneti italiani. Infatti fin dal 2010, è stato avviato, in Toscana, un progetto speciale triennale di controllo biologico del cinipide attraverso il lancio di un suo antagonista naturale, il Torymus sinensis, allevato dall'Università di Torino. I lanci sul territorio toscano del Torymus sinensis sono stati già 27 e hanno interessato tutte le località nelle quali gli enti locali e i tecnici regionali avevano individutao la maggiore probabilità di acclimatazione dell'insetto utile.
E già i primi risultati sono stati raggiunti perchè il Torymus ha cominciato a moltiplicarsi dando luogo alle prime generazioni autoctone in grado di combattere il cinipide. Si ricorda infine che il 60 per cento del prodotto nazionale, è prodotta nella sola provincia di Avellino che, con un quota di poco meno di 30mila tonnellate, rappresenta, in base all'ultima rilevazione Unioncamere, circa il 10 per cento della produzione mondiale. In Campania si contano 5mila aziende agricole impegnate nella fase di produzione e 25 di trasformazione per un'occupazione complessiva di 2mila unità. Un distretto agroindustriale di respiro internazionale che, nel 2009, ha superato i 100 milioni di euro di fatturato, con una quota di export pari a circa il 40 per cento. Il 50 per cento del commercio mondiale delle castagne, in termini di fatturato e di volumi di produzione, organizzato e gestito da aziende italiane, in maggioranza campane. In Campania vengono lavorate, inoltre, buona parte delle castagne prodotte nelle regioni meridionali (Lazio, Calabria, Basilicata) ed una quota significativa di castagne provenienti da Portogallo, Spagna e Turchia.