E' determinato, Mario Draghi. Durante uno degli "spring meetings" della Banca Mondiale, tenutosi ieri a Washington, la sua analisi è stata estremamente seria e ha dato all'autorevole parterre de roi dell'incontro la misura della delicatezza della situazione mondiale. I prezzi degli alimenti sono in forte crescita, così come i vari tassi che governano le nostre vite finanziarie. La fase economica planetaria è espansiva, c'è ottimismo. Ma, "i ricorrenti attacchi di euforia dei mercati si sono spesso tramutati in lacrime".
Gli obiettivi fissati per il 2015 dai Millennium Development Goals in termini di lotta alla fame e alla povertà, e per l'accesso all'istruzione sono più vicini, ma non dobbiamo dimenticare che la crescita ha prodotto diseguaglianze: secondo Robert Zoellnick, presidente della Banca Mondiale, il rialzo dei prezzi dei generi alimentari ha fatto cadere in povertà altri 44 milioni di persone, soprattutto in Africa. Non solo, ma il freddo dato statistico non ha ancora recepito il recente fermento sociale, nè il conseguente, l'ennesimo, shock petrolifero.
Senza dimenticare la speculazione finanziaria, in atto nel mercato globalizzato, su alcune derrate insostituibili. Il monito giunge chiaro; il mondo deve vigilare. Occorre tenere alta la guardia, collaborare in tutte le direzioni per evitare nuove diseguaglianze e sconfiggere quelle che da sempre caratterizzano il globo. Occorre saper coniugare crescita e accesso ai diritti. Non ci può essere democrazia dove c'è fame.