Nel panorama produttivo, è l'agricoltura ad avere il maggiore fabbisogno di risorse finanziarie: in media, per ogni euro di valore aggiunto agricolo vengono erogati 1,4 euro di credito. Nell'industria, primario termine di paragone, tale rapporto si aggira intorno all'unità. Le cifre offrono un'altra drammatica conferma. Il tasso di crescita dei prestiti nell'ultimo decennio è stato in media pari al 7% annuo. Ed è vero che è più o meno analogo a quello di altri settori economici, ma rapportando il dato alla crescita modesta del valore aggiunto agricolo, emerge il forte aumento del volume del debito per unità di prodotto. Se quindi il tasso di crescita dei prestiti in agricoltura si è dimezzato (dal 5,9% del 2007 al 2,7% di settembre 2009), in altri settori è letteralmente precipitato: ad esempio, nell'industria è passato dal 12,2% allo 0,7%.
L'agricoltura, pertanto, è il comparto privilegiato per finanziatori di ogni sorta: dalle classiche banche alle finanziarie fino alle stesse case costruttrici di macchinari agricoli che, fiutando l'affare, hanno istituito al proprio interno apposite strutture per servire e seguire il cliente. Ma con nette differenze tra piccoli e grandi produttori: i primi registrano maggiori difficoltà di accesso al credito. Le cause? Limitato potere contrattuale, più rischiosità , maggiore incidenza dei costi amministrativi, oneri finanziari. Tuttavia, negli ultimi dieci anni il credito bancario alle imprese agricole è cresciuto a ritmi rilevanti. Ciò è dovuto anche all'allineamento dei tassi d'interesse richiesti alle imprese agricole con quelli degli altri settori: a dicembre 2009 tale differenza era ridotta a soli 0,7 punti percentuali. Tra i soggetti abilitati a richiedere il prestito agrario troviamo non solo gli imprenditori, ma anche cooperative agricole, singoli agricoltori, e chi svolge attività di ricerca e trasformazione dei prodotti agricoli alimentari. In genere, per quanto riguarda le macchine e le attrezzature, è il leasing la formula più utilizzata. Il rapporto con le banche è tradizionalmente il più difficile ed anche il meno usato. Più frequenti i rapporti con le finanziarie. Altro meccanismo sempre più ordinario sono le dilazioni di pagamento dei concessionari che spalmano i versamenti nei mesi successivi all'acquisto dei prodotti. Un altro dato testimonia la crisi settoriale: quello dell'insolvenza. Anche qui, la morosità delle aziende agricole nel corso dell'ultimo decennio è stata superiore a quella delle aziende degli altri settori: mediamente, il rapporto sofferenze/prestiti è stato pari al 9,5% per l'agricoltura contro un dato dell'industria del 5,8% (anche se negli ultimi anni la forbice si va stringendo). In sostanza, se negli ultimi anni l'agricoltura, sul fronte del credito e dei prestiti, si sta avvicinando ad altri comparti produttivi, nel contempo la crisi ormai fisiologica rende difficili le possibilità di recupero. Analizzando nel dettaglio le diverse tipologie di prestiti, troviamo innanzitutto il prestito agrario di esercizio (detto anche "di conduzione"), credito a breve durata (in genere non supera i 18 mesi), destinato principalmente a chi lavora la terra (ma anche, in forma minore, a chi acquista nuovi strumenti). In genere viene richiesto per la gestione ordinaria dell'attività agricola, nonchè per la trasformazione, conservazione e vendita dei prodotti. Il rimborso, il più delle volte, è collegato al raccolto.
Altra tipologia di finanziamento è "il prestito agrario di impianto" (o di dotazione), con durata di medio/lungo termine. In genere, a differenza del precedente, è richiesto per fare investimenti (acquisto di immobili e/o terreni, opere di ristrutturazione). Numerosi sono, infine, i canali di finanziamento pubblico offerti da norme nazionali e locali. Su quest'ultimo fronte è particolarmente attiva, ad esempio, la Regione Emilia-Romagna. Per il 2011 ci sono sul tappeto un milione e 700 mila euro per aiutare tutte le giovani imprese agricole. La manovra viene seguita dai Confidi agricoli. I prestiti sono a tassi agevolati, con durata del rimborso di 12 mesi. I finanziamenti vengono offerti in base al tipo di attività che si svolge, in base al tipo di gestione e numero di capi allevati e in base alla superficie coltivata. Si ha la possibilità di ricevere prestiti che arrivano fino a 150 mila euro (informazioni sul sito della regione). C'era tempo fino al 21 marzo 2011 per accedere ai prestiti della Lombardia nel comparto vinicolo per investimenti, ammodernamento o ricostruzione degli impianti, pubblicità e commercializzazione del prodotto. Investimento pubblico complessivo: 1,5 milioni di euro. Fondi che rientrano nella campagna relativa al "Piano nazionale di sostegno per il settore vitivinicolo del 2010-2011", e si pone come obiettivo quello di sorreggere tutte le imprese del settore al fine di aumentarne la competitività sul mercato. Finanziamenti da un minimo di 20 mila fino ad un massimo di 200 mila euro. Per quanti non sono riusciti ad ottenere i benefici previsti dalla misura, esiste comunque la possibilità di inviare una nuova domanda il prossimo anno.
Agevolazioni anche in Veneto. A Treviso, ad esempio, sono in arrivo 9,5 milioni di euro di liquidità per le imprese agricole con la regia della Camera di commercio. Le banche devono assicurare l'erogazione entro 30 giorni dalla delibera dell'organismo di garanzia. I finanziamenti vanno da 15 mila a 150 mila euro e la garanzia data dai Consorzi Fidi sarà del 50%.Esempio virtuoso anche in Sicilia. Il Comune di Scicli (Ragusa), ad esempio, controgarantisce i prestiti agli agricoltori locali con un fondo di 200 mila euro, mentre l'Ismea mette in moto un giro economico di 30 milioni di euro. Tassi di interesse decisamente bassi. "Il fondo di garanzia del Comune – spiega l'assessore allo sviluppo economico Giorgio Vindigni – affianca il fondo di garanzia della Sfga, incrementandone la caratteristica fondamentale: abbattere il coefficiente di ponderazione per gli istituti di credito. Questo permetterà alle banche di valutare con maggiore serenità le richieste di affidamento delle imprese, che saranno raccolte dai confidi agricoli secondo le modalità e le finalità fissate dal Comune con apposito regolamento. I confidi, inoltre, affiancheranno le proprie garanzie a quelle dell'Ismea/Sgfa, svolgendo altresì opera di informazione, formazione e assistenza alle imprese per l'utilizzo del Fondo nazionale di garanzia". Grazie a tale facilitazione dell'accesso al credito, gli agricoltori sciclitani potranno da un lato ristrutturare i loro mutui, a tassi di interesse più bassi, dall'altro godere della liquidità necessaria per ammodernare le aziende.