Obiettivo del provvedimento definire regole certe per i consumatori relative alla qualità ed all'etichettatura dei prodotti alimentari. L'elemento cruciale che caratterizza il disegno di legge è dato dall'introduzione dell'obbligo di riportare nell'etichetta anche l'indicazione del luogo di origine o di provenienza dei prodotti agroalimentari. Al centro della nuova normativa vi è di fatti non solo il prodotto alimentare ma anche il consumatore, cui compete il diritto irrinunciabile di poter avere informazioni chiare e precise sulla provenienza degli alimenti quotidianamente, acquista e consuma. In tale contesto viene data centralità al Made in Italy, mediante la valorizzazione delle produzioni tradizionali di cui è ricco il nostro Paese, anche mediante cogenti disposizioni volte ad eliminare la confusione dovuta ad etichette ingannevoli.
La tracciabilità dei prodotti agroalimentari è un altro punto cardine del provvedimento, garantita dalla espressa previsione di nuove sanzioni per garantire il rispetto dei principi affermati. La violazione dell'obbligo di etichettatura, attraverso l'omissione delle informazioni relative al luogo di origine o di provenienza dei prodotti alimentari viene classificata dal provvedimento "pratica commerciale ingannevole" ai sensi del codice del consumo con le conseguenti sanzioni dallo stesso sancite. La legge prevede sanzioni relative alla violazione delle norme che limitano l'utilizzo di latte in polvere, raddoppiando tali sanzioni qualora la violazione riguardi prodotti DOP, IGP o riconosciuti come specialità tradizionali garantite (STG). Rilevanti anche le nuove sanzioni in materia di sementi e di oli, le norme sulla rilevazione della produzione giornaliera di latte di bufala. Altro fiore all'occhiello del dettato normativo è l'istituzione del "Sistema di qualità" nazionale di produzione integrata dei prodotti agroalimentari, finalizzato a garantire una qualità superiore del prodotto agroalimentare finale. L'adesione al Sistema è aperta a tutti gli operatori il cui prodotti siano contraddistinti da un basso uso di sostanze chimiche, controllati da organismi terzi accreditati e identificati con uno specifico logo. Detti operatori, che potranno aderire su base volontaria, dovranno impegnarsi ad applicare la disciplina di produzione integrata e ad sottoporsi ai relativi controlli.
Da ultimo, il provvedimento prevede importanti norme per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare, tra cui l'estensione all'intero territorio nazionale delle disposizioni che promuovono la stipula di contratti di filiera e di distretto, la cui operatività è attualmente limitata alle aree sottoutilizzate. L'impianto normativo pone solide fondamenta per poter davvero sperare nell'affermarsi certo e garantito del diritto soggettivo alla qualità dei prodotti alimentatori ed alla loro etichettatura, quale diretta derivazione del più generale principio costituzionale della tutela del salute. Sarà compito dei produttori adeguare la loro attività alle disposizioni sopra richiamate. Anche le istituzioni dovranno fare la loro parte e adottare i dovuti controlli, sanzionando con rigore le trasgressioni riscontrare. Ma sarà lo stesso consumatore, beneficiario della nuova tutela normativa ed anello terminale della catena produttiva, a dover verificare la corrispondenza di quanto acquistato con le norme di legge, denunziando alle competenti Autorità pubbliche eventuali violazioni.
Oneri ed onori, quindi, ma beneficio di tutti!