È finalmente legge la norma sulla combustione controllata in campagna del materiale agricolo e forestale derivante da sfalci e potature. La legge precisa che non si applicano le sanzioni connesse alla gestione dei rifiuti e nemmeno quelle previste per la combustione illecita dei rifiuti abbandonati. È consentita la combustione in piccoli cumuli ed in quantità giornaliere non superiore a tre metri steri per ettaro nelle aree, periodi ed orari individuati con apposita ordinanza del Sindaco competente per territorio. Nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle Regioni, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata.
Sembra ora indispensabile che i Comuni utilizzino questi mesi estivi, durante i quali l’attività di potatura è ferma e ogni combustione è vietata per via del rischio incendi, per elaborare le specifiche ordinanze che andranno a disciplinare a livello locale e in vista dell’autunno-inverno le corrette modalità di gestione di tali attività. La nuova disposizione, contenuta nel pacchetto #campolibero accoglie molte delle proposte sostenute dalle organizzazioni agricole e in particolare riconosce la sostanziale differenza tra le attività di gestione dei rifiuti e le consuetudinarie pratiche agricole di gestione sul luogo di produzione di piccoli quantitativi di scarti vegetali. Il provvedimento è più importante di quanto non si pensi poichè viene razionalizzata una normativa che, assimilando la bruciatura del materiale di potatura o gli sfalci allo smaltimento di rifiuti su suolo agricolo, aveva reso inattuabile una pratica millenaria, peraltro spesso raccomandata quando si voglia contrastare la diffusione di pericolose malattie delle piante. L'azione legislativa ha così è trovato un punto di equilibrio tra necessità diprevenzione dagli incendi, lotta allo smaltimento abusivo di rifiuti e innegabile necessità del mondo agricolo di provvedere, in molte situazioni, allo smaltimento sul posto di prodotti vegetali derivanti da normali pratiche agricole.