Momento topico per l’export delle carni suine italiane in Cina. L’Ambasciata italiana in Cina ha formalizzato al Ministero della Salute la decisione della “General Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine“ (AQSIQ) di riconoscere l’indennità da Malattia vescicolare della Macroregione del Nord (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Valle D’Aosta, Veneto e Province Autonome di Trento e Bolzano).
E’ un passaggio fondamentale che permetterà l’attivazione delle procedure operative con le Autorità cinesi per l’effettiva apertura del mercato alle carni suine fresche e ai prodotti a breve stagionatura; fino ad oggi l’esportazione di questi prodotti era ostacolata dal fatto che l’Italia fosse considerata non indenne dalla malattia vescicolare, sebbene il problema sia molto marginale e limitato a due sole Regioni.
Dopo oltre dieci anni di trattative, nel 2013 Assica (l'associazione degli industriali di carne e salumi) ha prospettato al Ministero della Salute la possibilità di proporre alle Autorità cinesi un’apertura alle sole Regioni sulle quali le Autorità americane avevano già condotto una valutazione del rischio favorevole.
L’idea alla fine ha prevalso sulle difficoltà e, grazie all’attività di studio tecnico-sanitario da parte del Ministero della Salute, e allo svolgimento di numerose missioni in Cina da parte dei più alti livelli tecnici e Istituzionali, l’incoming in Italia di delegazioni di AQSIQ e del Ministero dell’Agricoltura cinesi, si è finalmente raggiunto un obiettivo di primaria importanza.
SCENARIO ECONOMICO – EXPORT CINA
L’apertura della Cina alle nostre esportazioni di Carni suine, grassi e frattaglie, sebbene limitata alla sola Macroregione del nord, rappresenta una grande opportunità, e potrebbe generare già nella fase iniziale un fatturato export pari a 50 milioni di euro. Se consideriamo il mercato dell’Unione Europea nei primi sette mesi del 2016 le esportazioni di suini vivi, carni suine fresche e congelate, frattaglie e prodotti a base di carne suina hanno raggiunto la cifra record di 2,4 milioni di tonnellate per un valore di circa 4,4 miliardi di euro con un incremento in volume e valore del 36,7% rispetto allo stesso periodo del 2015.
A determinare questo incremento è stata essenzialmente la domanda cinese balzata a 1,157 milioni di tonnellate dalle 561 mila tonnellate del periodo gennaio – luglio 2015 con un incremento del 106,3% per un valore di 1,7 miliardi di euro (+123%). La Cina rappresenta il principale mercato di destinazione delle esportazioni europee del comparto suino con una quota pari al 48% del totale.
Il 90% del totale esportato al di fuori dei Paesi UE è rappresentato da carni fresche, congelate e frattaglie. I principali Paesi esportatori all’interno della Unione Europea sono Germania, Spagna, Danimarca, Paesi Bassi Francia e Polonia con l’Italia al decimo posto dietro a Paesi come Irlanda e Belgio che hanno un patrimonio suinicolo ben più limitato del nostro.