“Il settore agroalimentare è penetrato e condizionato in profondità da fenomeni di criminalità organizzata legati alle frodi alimentari e alle più diverse forme di illegalità in agricoltura che solo l’anno scorso hanno assicurato alle mafie un giro di affari stimato intorno ai 16 miliardi di euro, a tutto discapito di salute e buona fede dei consumatori e della libera e leale concorrenza di mercato”. A parlare è il professore Luigi Cerciello Renna, direttore scientifico del corso in “Esperto di legalità agroambientale” presso l’Osservatorio dell’Appennino Meridionale (Università di Salerno) e Presidente del centro studi AgriEthos.
Quale è la differenza tra contraffazione e adulterazione alimentare?
Sono entrambe azioni fraudolente a danno del consumatore alimentare. L’adulterazione è una frode sulle qualità intrinseche dell’alimento e ricorre quando ne viene modificata la naturale composizione attraverso la riduzione o l’incremento di quantità proporzionali di uno o più elementi originari del prodotto oppure la sostituzione di questi con componenti diversi. La contraffazione, invece, è una frode riguardante soprattutto la commercializzazione degli alimenti e ricorre quando al prodotto viene conferita una denominazione diversa da quella reale. Si pensi al sidro spacciato per moscato d’uva o alla margarina con idrocarburi di origine minerale smerciata come burro. In genere, il richiamo è ai casi di falsificazione illegale delle indicazioni geografiche tutelate e a quelli con riferimento ingannevole ad aree geografiche italiane o di utilizzo di nomi e simboli evocativi o comunque riconducibili a imprese e prodotti più rappresentativi del nostro agroalimentare.
Perché è necessario combatterle?
Perché attentano la salute pubblica e compromettono la stabilità socio-economica di uno Stato. Non dimentichiamo che la nostra filiera agroalimentare vale quasi il 9% del Pil e riguarda più di 3 milioni di posti di lavoro. Certo, il sistema italiano di contrasto degli agro-crimini è tra i migliori al mondo. Ma è assolutamente indispensabile che si diffonda e radichi nel Paese una moderna coscienza agroambientale fondata su una visione integrata nei cittadini delle ricadute complessive delle proprie scelte alimentari.
A quale scopo?
Non si può trascurare che alcune piaghe, come il caporalato, scontino gli effetti indiretti delle caratteristiche della domanda. In tal senso, un’ ampia e costante azione culturale e informativa può rivelarsi il più proficuo fattore di prevenzione e lotta agli illeciti agroalimentari.
Che genere di rapporto esiste tra contraffazione, adulterazione e criminalità organizzata?
I risultati conseguiti dagli organi di controllo vanno da tempo rivelando che il settore agroalimentare è penetrato e condizionato in profondità da fenomeni di criminalità organizzata legati alle frodi alimentari e alle più diverse forme di illegalità in agricoltura, che solo l’anno scorso hanno assicurato alle mafie un giro di affari stimato intorno ai 16 miliardi di euro, a tutto discapito di salute e buona fede dei consumatori e della libera e leale concorrenza di mercato. Da anni ormai i sodalizi malavitosi sono massicciamente dediti alla manipolazione dell’alimento da immettere in commercio, alterando la tracciabilità del complessivo ciclo di produzione. Così come alla falsificazione dell’identità merceologica dei prodotti, originando e veicolando l’agro-pirateria in Italia e nel mondo.
Originariamente pubblicato su ladiscussione.com