Domani, nel Palazzo delle Nazioni Unite di New York si svolgerà una cerimonia che darà inizio alla firma del nuovo accordo globale sul clima approvato nell’ultima COP 21 della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico del dicembre scorso a Parigi: i rappresentanti dei Paesi dovrebbero, in questa occasione, annunciare i propri programmi per una rapida ratifica e iniziative nuove e più incisive per mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5°C.
L’evento ha luogo dopo che il 2015 si è confermato l’anno più caldo mai registrato e i primi tre mesi del 2016 sono stati caratterizzati da temperature record. Il mese di febbraio ha registrato una temperatura media mondiale addirittura di 1,35°C sopra la media mondiale del periodo 1950-1980.
Il testo dell’Accordo di Parigi, approvato nel dicembre dello scorso anno, verrà ufficialmente posto alla firma. Le nazioni hanno deciso di proseguire gli sforzi per mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5° C, in modo da evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici.
La firma dell’accordo è, però, solo un primo passo. Perché il testo entri in vigore e produca effetti concreti, almeno 55 paesi (che devono coprire almeno il 55 per cento delle emissioni globali), devono ratificare, approvare o accettare l’Accordo. A New York alcuni paesi annunceranno una procedura rapida per farlo.
Perché la promessa non resti solo sulla carta, i 195 Paesi dovranno arrivare a New York con impegni per azioni nuove e ambiziose da intraprendere entro il 2020 sulle energie rinnovabili, sull’efficienza energetica, sulla conservazione delle foreste, per mettere a disposizione finanziamenti per il clima e per la rapida uscita dall’utilizzazione dei combustibili fossili, che hanno condotto a questa drammatica situazione.
I rappresentanti presenti a New York dovranno, impostare il lavoro per il successivo incontro di Bonn, alla riunione delle delegazioni dove si riprenderà il filo dell’incontro di Parigi concludendo ciò che era rimasto in sospeso. E’ dunque fondamentale che i leader mondiali non solo inviino segnali forti ai loro negoziatori, ma li istruiscano sugli elementi chiave necessari per dare concretezza all’accordo di Parigi.