Il problema è serio. Pesticidi, acaricidi e nuovi parassiti costituiscono una minaccia severa nei confronti di questi straordinari insetti, un pericolo per la campagna e per l’agricoltura tutta.
Quando pensiamo alle api, le mettiamo sempre in relazione alla loro produzione di miele ma, in realtà, queste “piccole operaie” sono fondamentali per l’impollinazione di moltissime specie. Secondo dati FAO, la popolazione delle api e degli impollinatori si è ridotta di oltre il 30% e questo preoccupante andamento sta ad indicare che moltissime delle nostre varietà alimentari sono a rischio. Insomma sono molti i cibi che potremmo non trovare più sulle nostre tavole.
L’allarme per questa moria senza fine è ormai giunto a livelli mondiali, tanto da meritare una celebrazione internazionale, prevista fin dallo scorso anno per il giorno 20 maggio. La giornata dedicata, una sorta di movimento capace di creare una coscienza collettiva al riguardo, di sensibilizzare aziende e produttori, intende proprio portare alla luce la grave problematica di questi piccoli insetti e spingere il mondo ad una profonda riflessione sull’argomento.
Il monito è forte e chiaro; le api non producono solo miele ma fanno rifiorire, anno dopo anno, fiori e frutti, producendo biodiversità ed equilibrio naturale. Ecco perché sono state chiamate “le sentinelle ambientali”.
Il 20 maggio, dunque, dedichiamo un pensiero forte a questo nostro povero pianeta. E alle api. Soprattutto pensiamo a quella profezia di Einstein, controversa ma quanto mai attuale: “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero solo quattro anni di vita”. E se il genio avesse ragione?